Dal web: articoli segnalati
Def 2022. Per la sanità spesa in diminuzione dal 2023 con lieve rialzo nel 2025. Il rapporto con il Pil passa dal 7% del 2022 al 6,2% del 2025
Il Mef ha pubblicato oggi i testi integrali del Documento di economia e finanza approvato mercoledì scorso dal Governo. Per l’anno in corso la spesa stimata a fine anno è di 131.710 milioni di euro, più alta del 3% rispetto al 2021. Nel triennio 2023-2025, la spesa sanitaria è prevista decrescere a un tasso medio annuo dello 0,6 per cento; nel medesimo arco temporale il PIL nominale crescerebbe in media del 3,8%. TUTTI I DOCUMENTI DEL DEF.
Dispositivi medici. Nel 2020 segnalati 6.139 incidenti, di cui 79 hanno portato al decesso del paziente. Il rapporto del Ministero
Oltre il 50% dei decessi vede coinvolti dispositivi per apparato cardiocircolatori, nello specifico, il 40,5% degli incidenti che hanno portato al decesso riguardano protesi vascolari e cardiache, e il 19% dispositivi per funzionalità cardiaca. Il maggior numero degli incidenti si sono verificati nelle strumentazioni per esplorazioni funzionali ed interventi terapeutici e per le protesi mammarie, e quelle ortopediche. IL RAPPORTO
La sanità italiana verso una privatizzazione strisciante. Il Governo fermi questa deriva
Ci sono almeno quattro indizi incontestabili e la conferma che non fosse in vista alcun rafforzamento del SSN è arrivata già lo scorso aprile quando il Governo ha reso note le previsioni di andamento della spesa sanitaria pubblica con la tendenza programmata decisamente al ribasso: 6,7% nel 2022; 6,6% nel 2023 e addirittura 6,3% nel 2024
Le vere ragioni della privatizzazione del Ssn non sono quelle che ci raccontano Bindi, Dirindin e Geddes
Gli autori dell’articolo apparso su QS ci vogliono far credere che il rischio della privatizzazione sia una probabilità orientata al futuro dimenticando che la privatizzazione, ormai proprio a causa delle politiche fatte in particolare dalla Bindi sino ad ora, è già una realtà conclamata. Cioè non è un rischio quindi una probabilità ma un drammatico dato di fatto
La sanità nel Recovery Plan: 20,2 miliardi per ridisegnare il modello di assistenza e ammodernare il Ssn
Migliorare l’efficacia nel rispondere ai bisogni di cura delle persone, anche alla luce delle criticità emerse durante la pandemia. E per farlo si mira a rafforzare la prevenzione e l’assistenza sul territorio e l’integrazione fra servizi sanitari e sociali; a garantire equità di accesso alle cure e nell’erogazione delle prestazioni; ad ammodernare la dotazione delle strutture del SSN in termini di qualità del capitale umano e formazione, risorse digitali, strutturali, strumentali e tecnologiche; a promuovere la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario.
Il sogno di una riforma della sanità si infrange sulla “Missione 6” del Recovery Plan
La “Missione 6” dedicata alla Salute è una proposta, rispetto alla pandemia, fortemente regressiva. Le sue idee, con una pandemia da governare, sono le stesse di 40 anni fa quando nacque la 833 e le stesse di 20 anni fa della riforma Bindi (229) quando tento di farne una riedizione: territorio, prevenzione, distretto, integrazione socio sanitaria, ammodernamento tecnologico, coordinamento con l’ambiente e perfino formazione manageriale, ospedali di comunità, ecc.