Sintesi
Lo slow living è una filosofia di vita stimolata dal movimento Slow food, creato negli anni ’80 dal sociologo e critico gastronomico italiano Carlo Petrini, per contrastare in quell’epoca, la tendenza alla diffusione dei fast food stile Mc Donald, con l’obiettivo di far riscoprire il valore degli alimenti e i piaceri della tavola. In ambito sanitario medico, lo slow si declina in termini di appropriatezza, e nella relazione di ascolto, di dialogo e di condivisione delle decisioni con il malato. È la filosofia di Slow Medicine nata in Italia nel 2011, che racchiude in tre parole chiave i concetti base della propria operatività: sobria, rispettosa, giusta.
In ambito farmaceutico la scelta Slow si contrappone ad un consumo “fast” di farmaci spesso inappropriati, ridondanti o scarsamente efficaci e sicuri. Slow Pharmacy è stata fondata nel 2020.
Slow living
Lo slow living è una filosofia di vita stimolata dal movimento Slow food, creato negli anni ’80 dal sociologo e critico gastronomico italiano Carlo Petrini, per contrastare in quell’epoca la tendenza alla diffusione dei fast food stile Mc Donald. L’obiettivo era quello di far riscoprire i piaceri del palato, dedicando il giusto tempo alla cucina e alla tavola.
Da allora lo “slow” si è esteso ad altre attività umane svolte nel proprio tempo libero (slow mountain), all’arte (slow art), ai propri consumi (slow wine), al modo di organizzare e fruire delle città (slow city) e in generale alla conversione ad un nuovo stile di vita secondo tempi e ritmi scanditi dalla natura.
La filosofia dello slow living è un approccio alla vita che promuove la qualità rispetto alla quantità, incoraggiando a concentrarsi sull'essenziale e a vivere in modo più consapevole e autentico, senza rinunciare alle proprie passioni e alle relazioni. Si tratta di un movimento che si oppone alla frenesia e alla cultura del consumismo e della produttività eccessiva, che invita a trovare un equilibrio tra vita personale e lavoro, per ricollegarsi ai valori fondamentali, all’ascolto di sé, a vivere la natura, a curare sé stessi…e a godersi il momento presente.
Ambito medico-sanitario
In ambito sanitario, la trasposizione di questi concetti significa: riportare i processi di cura nell’ambito dell’appropriatezza, all’interno di una relazione di ascolto, di dialogo e di condivisione delle decisioni con il malato. È la filosofia di Slow Medicine nata in Italia nel 2011, che racchiude in tre parole chiave i concetti base della propria operatività: sobria, perché agisce con moderazione, gradualità e senza sprechi; rispettosa, perché è attenta alla dignità della persona e al rispetto dei suoi valori; giusta, perché impegnata a garantire cure appropriate per tutti.
Il sistema tradizionale delle cure sta attraversando una crisi profonda di natura economica, ma anche di idee, di valori, di organizzazione e di metodi. Basta guardarsi intorno per capire che la “fast medicine” è oggi intrisa di prestazioni inappropriate, sprechi, conflitti d’interesse e frodi che nascono dall’interazione economico-finanziaria tra chi prescrive, chi acquista le tecnologie sanitarie e l’industria che le produce e commercializza. Il fenomeno permea anche l’intero ambito della ricerca e dell’editoria, tanto che, in un editoriale pubblicato su JAMA si osserva che i medici non potranno più a lungo fidarsi della letteratura medica per disporre di valide informazioni scientifiche.
Così in breve tempo l’associazione si diffonde in ambito nazionale e internazionale cogliendo le istanze di cambiamento di professionisti della salute, pazienti e cittadini che sempre più numerosi si rendono conto che per affrontare i problemi sanitari è necessario ricorrere a nuovi paradigmi culturali e metodologici. Professionisti, pazienti e cittadini sono indotti da conflitti d’interesse, da luoghi comuni e da consuetudini a consumare sempre più prestazioni sanitarie (spesso inappropriate), nell’illusione che per migliorare la salute sia sempre meglio fare di più.
Ambito farmaceutico
Slow Pharmacy nasce nel 2020, traendo ispirazione dall’esperienza di Slow Medicine a seguito di interazioni e di partecipazioni a loro iniziative aperte alle società scientifiche, tra le quali, la segnalazione di 5 pratiche cliniche, trattamenti, esami diagnostici, ecc. ad elevato rischio di inappropriatezza e una serie di interventi sull’uso improprio di antibiotici.
L’aggettivo “slow” associato a "pharmacy" non ha qui il significato letterale della sua traduzione, ma vuole rappresentare il concetto di equilibrio, prudenza, saggezza e ponderazione nell'uso dei farmaci e dei dispositivi medici e si contrappone ad una farmacia “fast”, caratterizzata principalmente da un consumismo di atti sanitari e farmaceutici come risposta accomodante a specifiche richieste sostenute dai pazienti e non giustificate in termini di appropriatezza.
In ambito territoriale la farmacia “fast” dispensa facilmente farmaci da banco su richiesta e promuove l’utilizzo di vitamine ed integratori non necessari.
In ambito ospedaliero la farmacia “fast” omette la vigilanza sulle prescrizioni interne inappropriate di farmaci, non effettua analisi mirate dei consumi farmaceutici dei reparti per monitorarne il corretto utilizzo e gli eventuali sprechi. Non comunica nella distribuzione diretta ai pazienti, le necessarie informazioni ai pazienti e non ne raccoglie gli effetti terapeutici e i possibili eventi avversi, ecc. Accetta sempre il punto di vista delle aziende produttrici e non ne verifica attraverso la letteratura, la reale efficacia di farmaci e dispositivi medici.
Slow Pharmacy vuole invece porre il paziente al centro della cura; segnando il passaggio da una concezione del malato come mero portatore di una patologia ad una, come persona con i suoi sentimenti, le sue conoscenze, i suoi bisogni, le sue credenze, in un percorso di umanizzazione delle cure che mette al centro la persona, con la sua esperienza di malattia e i suoi vissuti.In questo contesto l’assistenza farmaceutica in ospedale e nel territorio, deve essere centrata sul paziente, destinatario delle migliori cure, indipendentemente dalla posizione sociale e/o regionale, nella sobrietà, senza accanimenti e rispettosa della persona.
Il farmacista “slow living” cerca di utilizzare al meglio tutti gli strumenti tecnici innovativi e di comunicazione per fornire prestazioni efficienti che consentano di recuperare tempo da dedicare al paziente/cliente, destinato soprattutto alla informazione sulle terapie, sugli effetti dei farmaci, sull’importanza di una corretta conduzione della cura e indagando verso il paziente, sulla reale efficacia dei trattamenti.
Una delle aree di studio e di ricerca di Slow Pharmacy, sarà la verifica delle “cattive pratiche” presenti in ospedale e nella prescrizione territoriale, fatte di trattamenti, protocolli, terapie e prescrizioni che si sono dimostrate non efficaci o non sicure e/o dannose per i pazienti, o che hanno ricadute negative per i costi a carico del SSN o per la società.
Slow Pharmacy si presenta come un movimento di opinione, una comunità culturale, aperta al confronto tra farmacisti ospedalieri, di continuità e di comunità, che hanno, o hanno avuto, ruoli dirigenziali nell’ambito della farmaceutica pubblica e privata, con altre professionalità del mondo del farmaco e dei dispositivi medici e con i cittadini, che condividono una visione non commerciale dell’assistenza farmaceutica, ma come diritto fondato su una equa ed efficiente accessibilità ai trattamenti e basati sulla tempestività, sulla sicurezza e su una provata efficacia, in una prospettiva slow life.
Bibliografia essenziale
- http://www.slowmedicine.it/Manifesto_ITA.pdf
- A.Bonaldi, S.Vernero. Slow Medicine: un nuovo paradigma in medicina. Recenti Progressi in Medicina. 2015 Vol. 106 N.2 Febbraio
- Angell M. Industry-sponsored clinical research: a broken system. JAMA 2008; 300: 1069-71.
- http://www.altroconsumo.it/salute/diritti-del-malato/speciali/esami-inutili
- https://www.slowpharmacy.it/joomla4/index.php/chi-siamo/manifesto-di-slow-pharmacy